Concorso internazionale di progettazione – Menzione e 3° Premio al Pram 2017
“PREMIO SUL RESTAURO ED ARCHITETTURE MEDITERRANEE”
L’area di intervento è situata sulla scogliera di Murro di Porco, dove si innalza l’affascinante architettura del faro ancora in funzione, all’interno dell’area protetta del Plemmirio e a pochi chilometri dalla splendida città di Siracusa che si distingue per lo straordinario patrimonio storico paesistico.
Costruzione ottocentesca risalente al periodo Borbonico, il faro di Murro di Porco monta una costa selvaggia, caratterizzata da un’irta scogliera e da un’aspra vegetazione. Il paesaggio circostante si compone di elementi tormentati, dal colore intenso e dal significato profondo, le cui forme ancestrali appaiono disinteressate, lontane, persino ostili alle vicende umane. Uno se non il principale obiettivo dell’intervento qui descritto, è quello di valorizzare il paesaggio brullo di Capo Murro di Porco permettendo l’accessibilità e la visitabilità di questa splendida area protetta, oggi completamente avversa all’uomo. I vincoli imposti dall’ente banditore sono stati i seguenti: a) nuove volumetrie ammesse purchè: non rendano illeggibile le strutture esistenti; non superino i 4 m di altezza; non superino i 3000 mq di s.c.; garantiscano un disegno armonico con il paesaggio; b) utilizzo di materiali locali; c) è ammessa la realizzazione di strutture galleggianti di collegamento fra mare e scogliera; d) il complesso dovrà risultare visitabile; e) è vietata la demolizione degli edifici esistenti.
Abbiamo interpretato quest’occasione come la possibilità di creare un riferimento per coloro che intendano effettuare un’esperienza che sfrutti appieno l’elemento marino come fonte di relax; una struttura ricettiva con funzionalità e contenuti didattici, che si allinei alla costruzione di una cultura di tutela e salvaguardia del territorio che mi ha portato ad ideare una struttura ricettiva di lusso che si integrasse con un centro di ricerche per le attività marine, cioè: lighthouse resort & seacenter. Il seacenter, cioè il centro di ricerche per le attività marine, è l’elemento che va diritto verso il principio di conservazione dell’area; infatti tale centro è stato progettato al fine di tutelare la flora e la fauna marina locale, attraverso un programma di catalogazione e promozione del lavoro svolto, sia in ambito nazionale che internazionale.
Il Lighthouse Resort & Seacenter è un intervento costituito da un insieme di opere a forte vocazione naturalistica, che si adatta alla morfologia del sito enfatizzandone gli elementi qualitativi. l progetto ideato si sviluppa tutto al di sotto della quota di accesso del faro preesistente, in modo da non alterare il paesaggio per chi arriva dalla città, riducendo al minimo l’impatto anche per chi guarda la costa dal mare non mutando di fatto la linea di orizzonte. La logica di rendere la copertura utilizzabile è di restituire alla natura quello che le abbiamo tolto attraverso l’edificazione dei nuovi volumi, in questo modo un copertura fruibile restituisce la superficie coperta sottratta. Il primo step progettuale è stato quello di lavorare su un’area accessibile e visitabile attraverso un percorso paesaggistico, ovvero delle rampe di collegamento fra i nuovi volumi contenenti il resort di lusso e il sea center. Tale percorso, pensato con pendenze idonee per i disabili, sviluppa il proprio disegno planimetrico dalle stesse curve di livello del sito, in modo da integrare il gesto artificiale con la bellezza naturale della area protetta del Plemmirio.
I nuovi volumi, pensati come dei blocchi di pietra scavati, sono distribuiti con quote diverse all’interno dell’area di progetto per cercare di ridurre al minimo la densità volumetrica e lasciare la massima permeabilità visiva verso il mare. Le nuove architetture, nei loro aspetti formali, traggono ispirazione dalle tradizioni costruttive locali come le Tonnare, edifici semplici con coperture a padiglione, rivestimento esterno in pietra calcarea locale e grandi arcate a tutto sesto sulla facciata principale per permettere alle imbarcazioni di entrare all’interno dell’edificio per la lavorazione della materia prima. In sintesi, posso asserire che l’idea di progetto è stata partorita grazie ad un susseguirsi sistematico di fasi progettuali volte a risolvere determinate criticità: 1 – creazione di un percorso paesaggistico, la cui forma scaturisce dall’andamento delle curve di livello e permette la visitabilità ed accessibilità all’area; 2 – Tutti i nuovi volumi si trovano al di sotto della quota di acceso del faro, per non interrompere il rapporto visivo diretto con il paesaggio circostante; 3 – I nuovi volumi vengono modellati per “incisione e sottrazione”, come una Latomia Siracusana ovvero cave di pietra o di marmo usate, nell’antichità, per incarcerare schiavi, prigionieri di guerra o delinquenti in genere. L’idea di rivedere un’architettura contemporanea che ricordi le tradizioni storiche locali rappresenta per il sottoscritto, un elemento di grande fascino quanta una vera ossessione in fase progettuale. Un’ architettura che racconta i luoghi in cui esse vengono costruite, rappresenta uno delle motivazioni che permette di distinguere la comune edilizia dall’ Architettura.
Lo stesso teatro pensato per produrre eventi all’aperto, con l’impareggiabile orizzonte siracusano sullo sfondo, posto in copertura dell’ala sud ovest del resort è un riferimento alla polis greca di Syrakousai.
Nella struttura preesistente, cioè il Faro con gli edifici adiacenti, opportunamente restaurata, a quota +15,00 m ritroviamo la hall, la direzione, il bar, la cigar room e l’infopoint/biglietteria per il seacenter; a quota + 14,00 m, che corrisponde alla copertura del blocco sud/ovest del resort, il teatro all’aperto; a quota +11,50 m il ristorante, l’ala sud/est del resort e il centro benessere; a +10,50 m l’ala sud/ovest del resort mentre a quota +8,50 m il seacenter e infine a + 8,00 m il solarium e la piscina di acqua salata.
Il restauro degli edifici preesistenti, è pensato come un intervento semplice volto a enfatizzare la bellezza dei volumi puri, di tipica fattura mediterranea, pronti ad accogliere le funzioni comuni della struttura ricettiva. I volumi progettati insistono su una superficie di 1850 mq e sfruttano a pieno l’esposizione del sito, limitando al minimo l’utilizzo di fonti energetiche “attive”; infatti, il rivestimento in pietra calcarea siracusana limita le dispersioni di calore durante tutto l’arco dell’anno ed inoltre, attraverso la realizzazione di opportune finestrature o lucernari tale intervento può rientrare nel cosiddetto ambito delle strutture passive, cioè architetture che riducono al minimo il fabbisogno energetico sfruttando la qualità dei materiali e le qualità naturali del sito come esposizione, soleggiamento, ventilazione ecc ecc.
Le passerelle ideate per il percorso paesaggistico sono progettate per essere rialzate di cinquanta centimetri dalla quota terreno, impattando al minimo sull’ecosistema. Tutte le strutture ex-novo, sono state pensate in acciaio (la parte strutturale) con rivestimento in pietra locale siracusana, in modo da ambire ad un intervento completamente reversibile; le stesse fondazioni, viste le caratteristiche geologiche del sito, possono ipotizzarsi superficiali senza opere di scavo.
Le architetture si incastrano fra la morfologia esistente con l’ambizione di mimetizzarsi con il paesaggio; il bianco calcareo di Punta Murro di Porco, talvolta entra all’interno degli edifici progettati facendo da sfondo agli ambienti. La posizione planimetrica del Resort e del Seacenter è pensata per permettere agli ospiti dell’albergo di godere di tutta la privacy necessaria. Sia il Seacenter che il Lighthouse resort, hanno accesso diretto al mare attraverso dei corpi scala incastonati nella roccia. Infine i materiali utilizzati per l’intervento sono solo due e cioè: 1 – il bianco delle rampe e degli edifici preesistenti restaurati, che rappresenta l’antropizzazione dell’uomo; 2- il rivestimento in pietra levigata di Siracusa per tutti i volumi ex novo, ovvero lo stesso materiale di cui è costituita la scogliera, con l’obiettivo di rendere la nuova architettura un tutt’uno con il paesaggio naturale.